Un uomo che ha cambiato il modo in cui pensiamo a noi stessi, ai sogni, all’infanzia, all’amore. E anche se oggi molte sue idee sono state superate, l’eredità di Sigmund Freud continua a far discutere, riflettere, ispirare.
Ma chi era davvero l’uomo dietro la psicoanalisi?
Le origini: tra libri sacri, lingue antiche e misteri della natura
Sigmund Freud nasce il 6 maggio 1856 a Freiberg, in Moravia (oggi Repubblica Ceca), da una famiglia ebrea. È il primogenito di Amalie Nathansohn e del suo secondo marito Jakob, un commerciante di lana che aveva già due figli da un precedente matrimonio.
Nel 1859 la famiglia si trasferisce a Vienna, città che Freud amerà poco, ma in cui vivrà gran parte della sua vita. Intelligente, curioso, assetato di conoscenza, sin da giovane si appassiona alle lingue antiche, alla filosofia e alla storia. Studia medicina all’Università di Vienna, interessandosi fin da subito alla fisiologia e alla neurologia, sotto l’influenza del fisiologo Ernst Brücke.
Nonostante le difficoltà economiche, Freud mostra presto un talento raro per l’osservazione e una forte tensione filosofica: più che il dato clinico, lo appassiona il senso profondo dei fenomeni psichici.
Da Parigi alla svolta: l’incontro con Charcot e il fascino dell’inconscio
Nel 1885, grazie a una borsa di studio, parte per Parigi per studiare alla Salpêtrière con Jean-Martin Charcot, celebre neurologo che utilizzava l’ipnosi per trattare l’isteria. È una svolta: Freud assiste a pazienti paralizzati senza lesioni neurologiche visibili, capisce che il corpo può essere teatro di un conflitto psichico.
Dopo un breve periodo anche a Nancy, dove conosce Bernheim e la “suggestione”, torna a Vienna con nuove idee sulla mente umana. Accanto a lui, in quegli anni, ci sono due figure chiave: Martha Bernays, che sposa nel 1886 e con cui avrà sei figli, e Josef Breuer, con cui nel 1895 pubblicherà Studi sull’isteria, introducendo il famoso caso di Anna O. e la tecnica della “cura attraverso la parola”.
La nascita della psicoanalisi
È nel 1896 che Freud conia per la prima volta il termine “psicoanalisi”. Il suo obiettivo non è descrivere la psiche, ma capirne le cause profonde. Inizia a elaborare concetti fondamentali come rimozione, inconscio, libido, censura, sintomo.
Ma è con L’interpretazione dei sogni (Die Traumdeutung, 1900) che nasce davvero il “Freud rivoluzionario”: il sogno diventa la “via regia all’inconscio”, un compromesso tra desideri rimossi e difese psichiche. Nasce la prima topica della mente: inconscio, preconscio, conscio.
Negli anni successivi Freud scrive opere seminali come Psicopatologia della vita quotidiana, Tre saggi sulla teoria sessuale, Totem e tabù, e sviluppa l’idea che la sessualità sia alla base anche dei comportamenti infantili — una tesi che scandalizza l’epoca.
Io, Es, Super-io: la seconda topica
Nel 1923, con L’Io e l’Es, Freud riorganizza il modello della mente in tre istanze: Es (istinti, pulsioni), Io (razionalità, mediazione), Super-io (coscienza morale). Questo nuovo schema, ancora oggi insegnato e discusso, tenta di spiegare i conflitti interni della psiche e l’origine delle nevrosi.
Nasce così la metapsicologia freudiana, un’architettura teorica complessa, capace di interpretare sogni, sintomi, lapsus, arte, religione, mitologia. Non solo una teoria della mente, ma una vera e propria visione del mondo umano.
Un uomo di carne, sigari e rituali
Dietro la figura austera dello psicanalista si nascondeva un uomo di abitudini ferree e passioni forti. Viveva e lavorava al civico 19 di Berggasse, a Vienna, dove riceveva pazienti dalle 8 alle 21, con una pausa pranzo rigorosa. Non rinunciava ai suoi 20 sigari al giorno, amava passeggiare con la famiglia e collezionava con entusiasmo opere d’arte antica.
Il suo lavoro era totalizzante: dopo cena tornava al suo studio per scrivere lettere, articoli, correggere bozze. E ogni mercoledì sera partecipava agli incontri della Società del Mercoledì, nucleo originario della futura Società Psicoanalitica di Vienna.
Dissensi, successi e fughe
Freud dovette affrontare non solo critiche esterne, ma anche profonde rotture interne al movimento psicoanalitico. Si allontanarono da lui Alfred Adler, Carl Gustav Jung, Otto Rank, Ferenczi — spesso per divergenze teoriche e tensioni personali. Tuttavia, la psicoanalisi si diffuse in tutto il mondo: nel 1909 Freud tenne un ciclo di lezioni negli Stati Uniti, e nel 1920 nacque la rivista Internationale Zeitschrift für Psychoanalyse.
Con l’arrivo del nazismo, la situazione si fece insostenibile. Freud, ebreo, lasciò Vienna nel 1938 per rifugiarsi a Londra. Malato di cancro alla mascella, morì un anno dopo, nel settembre 1939, a 83 anni.
Un’eredità controversa e duratura
Freud ha cambiato il modo in cui parliamo di noi stessi. Concetti come inconscio, rimozione, complesso edipico, sogno, transfert sono ormai entrati nel linguaggio comune. Ma il suo lascito è anche profondamente controverso.
Molti critici gli rimproverano una visione riduzionista e sessuocentrica, l’assenza di base sperimentale, la presunta dogmaticità. Altri lo considerano uno dei grandi pensatori del Novecento, capace di ridefinire l’idea stessa di essere umano.
Fonti e Approfondimenti
- Internet Encyclopedia of Philosophy – Freud
- Treccani – Sigmund Freud
- Britannica – Sigmund Freud
- Britannica – ID, Ego, Superego
- Freud Museum – Daily Routine