Viviamo in un’epoca in cui le opinioni viaggiano più veloci dei fatti.
Nei talk show, nei social, nei commenti sotto i post, sentiamo ogni giorno frasi che sembrano sensate, autorevoli, persino brillanti… ma che, a ben guardare, non reggono il peso della logica.
Dietro molti di questi argomenti si nasconde un errore ricorrente, spesso invisibile: una fallacia logica.
Comprendere le fallacie logiche non è un passatempo per filosofi o un gioco da retorici in cerca di vittoria verbale. È una competenza fondamentale per chiunque voglia vivere nel mondo senza farsi manipolare.
Cos’è una fallacia logica?
Una fallacia logica è un errore nel ragionamento, una struttura argomentativa che sembra corretta, ma non lo è.
È come un vestito ben stirato ma cucito male: elegante in superficie, ma fragile se osservato da vicino.
Le fallacie sono spesso persuasive proprio perché si presentano in modo familiare. Appaiono naturali, intuitive. Parlano la lingua della quotidianità, e per questo ci ingannano.
Non sono semplicemente bugie. Le bugie distorcono i fatti. Le fallacie, invece, distorcono il modo in cui colleghiamo i fatti tra loro.
Perché le usiamo? E perché funzionano?
Siamo esseri umani, non macchine logiche. Il nostro cervello non cerca sempre la verità: spesso cerca conferme, coerenza emotiva, vittoria sociale.
In una discussione, il nostro scopo non è sempre capire. A volte è avere ragione. A volte è vincere. A volte è sentirci protetti dalle nostre insicurezze.
Le fallacie sono scorciatoie del pensiero.
Sono rapide, comode, rassicuranti. Ci permettono di saltare i passaggi faticosi del dubbio, dell’argomentazione complessa, dell’ascolto profondo.
E proprio per questo motivo, le usiamo tutti. Anche chi le conosce, anche chi le studia.
Esempi concreti: cinque fallacie che hai sicuramente già sentito (o usato)
1. Ad hominem
Invece di rispondere a un argomento, si attacca chi lo esprime.
“Cosa vuoi capirne tu, che hai fallito nella vita?”
È un modo per invalidare l’altro senza rispondere nel merito. È retoricamente potente, ma logicamente vuoto.
2. Appello alla maggioranza
“Se lo pensano tutti, sarà vero.”
È il fascino del numero: milioni di persone non possono sbagliarsi. Eppure, la storia è piena di idee condivise… e totalmente sbagliate.
Il fatto che un’opinione sia popolare non la rende automaticamente fondata.
3. Falso dilemma
“Se non sei d’accordo con questa politica, allora vuoi il caos.”
Ridurre una questione complessa a due sole opzioni è un classico stratagemma.
In realtà, tra bianco e nero esistono infinite sfumature.
4. Post hoc (falsa causa)
“Dopo che ho cambiato dieta, mi sento meglio. Quindi funziona.”
Ma se un evento segue un altro, non è detto che ne sia la causa.
Confondere temporalità e causalità è un errore molto comune, soprattutto nel marketing, nelle pseudoscienze e nelle teorie del complotto.
5. Straw man (argomento fantoccio)
Distorsione della posizione dell’altro per attaccarla più facilmente.
“Dici che la scuola va riformata? Ah, quindi vuoi abolirla!”
Una tecnica sleale che trasforma ogni discussione in una caricatura.
Le fallacie e la società dell’informazioneUna breve storia delle fallacie: da Aristotele a oggi
Le fallacie logiche non sono una scoperta moderna.
Già Aristotele, oltre duemila anni fa, le aveva sistematizzate nei suoi “Sofistici Elenchi”, un testo che analizzava i trucchi verbali usati dai sofisti per apparire convincenti anche senza avere ragione.
Nell’antica Grecia, sapere riconoscere una fallacia era considerato segno di intelligenza.
Nel Medioevo, i logici scolastici le studiavano per evitare errori nei dibattiti teologici.
Oggi, invece, sono spesso dimenticate, ignorate, ridicolizzate. E il risultato è sotto gli occhi di tutti: un dibattito pubblico gridato, confuso e manipolabile.
Fallacie e retorica: un matrimonio pericoloso
Molte fallacie funzionano perché fanno leva sulle nostre emozioni.
L’indignazione, la paura, il senso di appartenenza, l’orgoglio ferito: quando una fallacia ci parla sul piano emotivo, il nostro pensiero critico si indebolisce.
La retorica — cioè l’arte del persuadere — può essere usata per costruire ponti o per creare trappole.
Chi conosce bene le fallacie può usarle intenzionalmente: politici, influencer, pubblicitari.
Ma anche inconsapevolmente, come accade tra amici, in famiglia, o nei confronti sociali quotidiani.
Come difendersi dalle fallacie?
Conoscere le fallacie è solo il primo passo.
Il vero obiettivo è sviluppare l’attitudine a rallentare, osservare, domandare.
Ecco alcuni spunti utili:
- Chiediti sempre: “Questa conclusione segue davvero dalle premesse?”
- Ascolta con attenzione, e cerca i passaggi logici nascosti.
- Non aver paura del dubbio: è segno di intelligenza, non di debolezza.
- Esamina le tue stesse argomentazioni: stai cercando la verità o solo di aver ragione?
- Non cadere nel cinismo: il fatto che esistano fallacie non significa che ogni idea sia falsa. Alcune persone argomentano davvero bene. Impara da loro.
La Responsabilità di Pensare meglio
Conoscere le fallacie logiche è un modo per diventare più liberi.
Liberi di ragionare senza scorciatoie.
Liberi di ascoltare senza essere manipolati.
Liberi di cambiare idea, se necessario, senza sentirci deboli.
Questo progetto nasce anche per questo: non per dare risposte assolute, ma per disinnescare le trappole mentali in cui cadiamo ogni giorno, spesso senza rendercene conto.
Viviamo in un tempo in cui l’informazione è abbondante, ma la comprensione è rara.
Saper riconoscere una fallacia logica non significa diventare infallibili.
Significa diventare più consapevoli.
E forse, più gentili. Perché chi conosce i limiti del pensiero, ha meno voglia di urlare e più voglia di ascoltare.
In un mondo che premia chi ha la battuta pronta, chi semplifica, chi colpisce, c’è ancora spazio per chi riflette?
La risposta è sì.
E comincia da qui.
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