Quando, il 22 agosto 1642, re Carlo I issò il suo stendardo a Nottingham, l’Inghilterra entrava in uno dei periodi più turbolenti della sua storia. La guerra civile non era soltanto un conflitto armato tra due fazioni: era il segno di una frattura profonda sulla natura stessa del potere, della religione e del futuro della monarchia.
Dal 1642 al 1646, il regno fu diviso tra lealtà contrastanti, rivoluzioni militari e alleanze strategiche. E anche dopo la vittoria dei parlamentari, nulla era stato davvero risolto.
Royalists contro Roundheads: due visioni del regno
La guerra vide fronteggiarsi i sostenitori del re (Royalists o Cavaliers) e quelli del Parlamento (Parliamentarians o Roundheads). I primi rappresentavano la tradizione monarchica, il diritto divino dei sovrani, la Chiesa anglicana e la nobiltà terriera. I secondi raccoglievano invece una coalizione eterogenea: puritani, mercanti, proprietari terrieri e borghesia urbana, uniti dal desiderio di limitare il potere assoluto del re e difendere le prerogative parlamentari.
Le motivazioni erano politiche e religiose: molti temevano che Carlo I stesse avvicinando l’Inghilterra al cattolicesimo, specie dopo le riforme liturgiche imposte dall’arcivescovo William Laud e il matrimonio del re con la cattolica Henrietta Maria di Francia.
Le prime battaglie e l’organizzazione degli eserciti
All’inizio del conflitto, nessuna delle due parti disponeva di un esercito permanente. Si reclutarono milizie locali, uomini inesperti, spesso spinti più dalla necessità che da convinzioni ideologiche. La prima battaglia importante fu quella di Edgehill, il 23 ottobre 1642: un confronto incerto e sanguinoso, che dimostrò quanto sarebbe stata lunga e dura la guerra.
La Battaglia di Edgehill (23 ottobre 1642)
La battaglia di Edgehill, combattuta nella campagna del Warwickshire, fu il primo confronto significativo tra l’esercito del re Carlo I e le truppe parlamentari guidate da Robert Devereux, III conte di Essex.
Il 22 agosto 1642 Carlo I iniziò a marciare verso Londra per riaffermare la propria autorità. Il Parlamento, che aveva preso il controllo della capitale e del sud-est, radunò il proprio esercito per intercettarlo. Le due armate si incontrarono a Edgehill, vicino al villaggio di Kineton.
Entrambe le parti erano costituite da milizie reclutate in fretta, poco addestrate e mal equipaggiate. I Royalists (Cavaliers) erano comandati dal re in persona, affiancato da Patrick Ruthven, conte di Forth, mentre i Parliamentarians (Roundheads) erano agli ordini di Essex. Ogni schieramento contava circa 13.000–14.000 uomini.
Lo scontro iniziò nel primo pomeriggio del 23 ottobre e fu straordinariamente caotico. La cavalleria realista, guidata dal principe Rupert del Reno, ottenne inizialmente un successo impressionante sul fianco sinistro parlamentare, ma si allontanò dal campo per inseguire i fuggitivi — una scelta che lasciò scoperto il centro realista.
Nel frattempo, l’avanzata parlamentare al centro sfondò le linee nemiche, creando una situazione di stallo: nessuna delle due parti riuscì a prevalere in modo decisivo. Al calar della notte, il campo di battaglia era disseminato di morti (circa 1.000 caduti stimati), e l’esito fu inconcludente.
Risultato e conseguenze
Sebbene non ci fosse un vincitore netto, la battaglia di Edgehill mostrò con chiarezza che la guerra sarebbe stata lunga e sanguinosa. La campagna di Carlo per Londra fu bloccata, mentre il Parlamento guadagnò tempo per fortificare la città e rafforzare la propria posizione.
Edgehill segnò anche l’inizio di un nuovo tipo di guerra interna, combattuta non da eserciti professionali, ma da cittadini-soldati mobilitati in nome di idee politiche e religiose.
La svolta scozzese: la Solemn League and Covenant e la battaglia di Marston Moor
Nel 1643, con i realisti in espansione e il Parlamento sotto pressione, i parlamentari inglesi cercarono alleati oltre confine. L’occasione arrivò dalla Scozia, dove i Covenanters — presbiteriani radicali e ben organizzati militarmente — condividevano l’avversione per la politica religiosa di Carlo I. Il 25 settembre fu siglato un patto formale: la Solemn League and Covenant. I Covenanters si impegnavano a inviare un esercito in Inghilterra per combattere i realisti, e in cambio il Parlamento inglese prometteva di introdurre il presbiterianesimo come sistema religioso nazionale.
L’arrivo dell’armata scozzese, forte di circa 22.000 uomini, riequilibrò i rapporti di forza e fu determinante nell’anno successivo, durante una delle battaglie più importanti dell’intero conflitto: Marston Moor, combattuta il 2 luglio 1644 nei pressi di York.
Fu lo scontro più vasto della prima guerra civile: oltre 40.000 uomini si affrontarono sul campo, tra Royalists, Parliamentarians e scozzesi. L’obiettivo strategico era il controllo del nord, in particolare della città di York, ancora nelle mani del re.
Lo scontro fu inizialmente incerto. Le truppe realiste, guidate dal principe Rupert del Reno, tentarono un attacco anticipato, ma furono sorprese dalla coordinazione tra l’esercito scozzese e quello parlamentare. Fu in questa battaglia che Oliver Cromwell, comandante della cavalleria parlamentare, si distinse per la prima volta come leader militare di primo piano: dopo essere stato ferito, tornò in campo e guidò la carica decisiva al fianco del generale scozzese David Leslie.
Il risultato fu una vittoria schiacciante per l’alleanza parlamentare: i realisti persero gran parte della loro cavalleria e oltre 4.000 uomini. Con Marston Moor, il nord dell’Inghilterra fu definitivamente sottratto al controllo del re, e la reputazione militare di Cromwell ne uscì rafforzata in modo decisivo.
Oliver Cromwell e il New Model Army
Nel frattempo, tra le fila dei parlamentari stava emergendo una figura destinata a cambiare il corso della storia inglese: Oliver Cromwell. Comandante disciplinato e carismatico, Cromwell contribuì alla creazione del “New Model Army”.
New Model Army
Il New Model Army fu un esercito rivoluzionario nel vero senso della parola. Creato dal Parlamento nel 1645 per sostituire le milizie locali disorganizzate, era un’armata centralizzata, permanente e professionale, comandata da ufficiali scelti per merito e non per ceto sociale.
Sotto la guida del generale Thomas Fairfax e del tenente-generale Oliver Cromwell, il New Model Army introdusse una disciplina ferrea, una struttura gerarchica efficiente e una forte motivazione ideologica. Molti dei suoi uomini erano puritani che vedevano la guerra come una missione religiosa, oltre che politica. I soldati venivano pagati regolarmente e ricevevano addestramento costante, cosa rara all’epoca.
Il New Model Army non fu solo uno strumento militare: divenne anche una forza politica attiva, capace di influenzare le decisioni del Parlamento e, più tardi, di determinare il destino del re. La sua vittoria a Naseby nel 1645 segnò l’inizio della fine per i realisti.
La resa del re e il paradosso del 1646
Nel maggio 1646, re Carlo I si arrese all’esercito scozzese a Newark. Tuttavia, la guerra non aveva portato con sé una pace: nessuno sapeva davvero cosa fare del re. I parlamentari erano divisi, i presbiteriani scozzesi volevano un compromesso, l’esercito inglese (ormai potenza politica a sé) pretendeva garanzie. E Carlo, ambiguo e ostinato, rifiutava ogni concessione reale.
Il 1646 fu dunque un anno di apparente vittoria e profonda incertezza: la guerra era finita, ma nessuna soluzione stabile era all’orizzonte. La monarchia era ancora formalmente in piedi, ma la sua legittimità appariva irrimediabilmente compromessa.
📦 Approfondimento – Chi erano i Covenanters?
I Covenanters erano scozzesi presbiteriani che, nel 1638, firmarono il National Covenant per opporsi alle riforme religiose imposte da re Carlo I e dall’arcivescovo Laud. Temevano che l’introduzione del Book of Common Prayer anglicano minasse l’indipendenza della Chiesa presbiteriana scozzese (la Kirk), basata su una struttura priva di vescovi e più egalitaria.
Il termine “Covenanter” deriva dal patto (covenant) che prometteva fedeltà alla “vera religione riformata”. I Covenanters non erano semplici religiosi: erano anche una forza politica e militare ben organizzata, capace di tenere testa all’esercito del re e di negoziare con il Parlamento inglese. La loro alleanza del 1643 con i parlamentari (Solemn League and Covenant) fu determinante per cambiare le sorti della guerra, ma gettò anche le basi per futuri conflitti: gli inglesi volevano limitare il potere monarchico, gli scozzesi volevano soprattutto proteggere e diffondere il presbiterianesimo.
📦 Approfondimento – Cos’era la Solemn League and Covenant?
La Solemn League and Covenant era un accordo politico e religioso firmato nel 1643 tra il Parlamento inglese e i Covenanters scozzesi, nel pieno della guerra civile.
Il patto prevedeva che:
- la Scozia fornisse supporto militare al Parlamento (inviando un esercito contro i realisti di Carlo I);
- l’Inghilterra adottasse il presbiterianesimo come forma di organizzazione ecclesiastica, seguendo il modello scozzese;
- fosse instaurata una “riforma uniforme della religione” nei tre regni: Inghilterra, Scozia e Irlanda.
Sebbene concepito come alleanza strategica, l’accordo rifletteva le diverse priorità delle parti: i parlamentari cercavano aiuto militare, mentre gli scozzesi volevano assicurare l’imposizione del loro sistema religioso.
Fonti e Approfondimenti
- Treccani – Rivoluzioni inglesi
- Britannica – English Civil Wars
- UK Parliament – Revolution and Civil War
- Brit Politics – Causes of the Civil War
- English Heritage – The English Civil Wars